Di seguito vi presentiamo alcune Sale di Villa Contarini. Per scoprirne i principali dettagli, potete leggere una breve descrizione cliccando sul riquadro corrispondente.
Galleria delle Conchiglie
Al piano terra dell’ala occidentale si trova la Galleria delle Conchiglie (anche conosciuta come Sala delle Conchiglie): una lunga galleria, oggi chiusa da vetrate, che era in origine un loggiato aperto. L’unicità e la particolarità della sala deriva dalle sue decorazioni: rilievi e cornici di conchiglie che riproducono un repertorio di forme tratte in parte dal mondo marino (granchi, cavallucci marini, ancore).
L’insieme risale al XVII secolo ma alcune successive integrazioni furono apportate dai Camerini, il cui stemma compare sul pavimento antistante la Scala dei Giganti ed in uno dei rilievi. L’ambiente, restaurato negli anni Venti, aveva subito gravi danni a metà dell’Ottocento a seguito dell’utilizzo come scuderia da parte delle truppe austriache.
Sala del Pozzo
Al piano terra, nel corpo centrale dell’edificio, si trova la Sala del Pozzo che accoglie una pregevole vera da pozzo quattrocentesca qui sistemata dai Camerini. Al piano terra dell’ala orientale vi è il Museo lapidario (vedi sezione Testi, Collezioni e Archivi).
Il corridore
Recentemente restaurato, il “Corridore”, concepito con una galleria al piano superiore, consentiva un tempo il passeggio e l’accesso alle foresterie e alla cappella gentilizia.
Il Corridore fu sicuramente ultimato prima del 1681 dato che Jacques Chassebras de Cramailles, nel suo Histoire de mes conquétes, ne fornisce una descrizione che corrisponde visivamente a quella presente nell’Orologio del piacere edito nel 1685. La descrizione lo indica come luogo adibito al passeggio, con una galleria al piano superiore. La sua costruzione, che appare posteriore alla realizzazione della facciata dell’ala destra per l’evidente scontro tra i differenti linguaggi architettonici dei due corpi di fabbrica, richiama una matrice scamozziana per disposizione, profondità e destinazione d’uso. L’edificio appare oggi in parte difforme da quello originario che risultava più corto di una campata e presentava una copertura a schiena d’asino; vi era inoltre, come documentato nelle incisioni del 1685 e dal rilievo della villa eseguito dal Muttoni nel 1740, un ballatoio rivolto verso la peschiera che consentiva agli spettatori di assistere alle naumachie ed agli spettacoli che ivi si tenevano.
Sala delle Villeggiature
La Sala delle Villeggiature illustra, attraverso i dipinti posti sulle pareti, i maggiori possedimenti della famiglia Camerini, proprietaria della villa dalla seconda metà del XIX secolo. A fianco della porta si riconosce la roggia di Carmignano da un lato e la villa di Taggì di Sopra dall’altro. Di fronte trova posto il Palazzo Rosso di Lumignano, mentre la parete meridionale raffigura la villa stessa di Piazzola sul Brenta. Nel soffitto, circondata dallo scorcio di una balaustra, è presente la “Gloria del Bene” con le personificazioni del Commercio, della Pace e dell’Abbondanza, eseguita dal pittore romano Domenico Torti nel 1878. Le tre protagoniste sono accompagnate da putti che sorreggono un drappo con lo stemma della famiglia Camerini, celebrandone la magnanimità.
Sala di Prosperina o Sala del Ratto di Proserpina
Ritratto di Prosperina
Tra le sale affrescate una delle principali è la “Sala del Ratto di Proserpina“. L’episodio mitologico, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, è raffigurato al centro del soffitto: Proserpina è rapita da Plutone, Dio degli Inferi, che la porta con sé sul suo bianco destriero, strappandola ai genitori Cerere e Giove.
L’episodio è incastonato entro un’elaborata architettura dipinta che si avvale di un doppio ordine di balaustre: sedute su quella inferiore compaiono le allegorie di Poesia, Pittura, Scultura e Musica, a celebrazione di un luogo votato alla dimensione umanistica. La Poesia reca un libro e alcuni fogli, dove compare la data 1684, che la critica fa coincidere con quella di completamento dell’intero ciclo decorativo commissionato dai Contarini. Sullo stesso foglio si trovano le iniziali MPP, identificate con quelle del pittore Michele Primon: la sigla andrebbe quindi sciolta in MICHELE PRIMON PINXIT (“Michele Primon dipinse”). Dalla balaustra, inoltre, sporgono coppie di putti reggenti scenografici tendaggi violacei, analoghi a quelli che incombono dall’alto nella sala delle cariatidi e che incorniciano le porte della sala delle allegorie: su questi si stagliano grandi medaglioni a monocromo ravvivati da putti festanti. Ciascun medaglione è incluso entro un’edicola, parzialmente celata dai tendaggi, da cui emerge il coronamento sormontato da una coppia di putti affrontati a lato di un vaso colmo di fiori.
Le pareti sono scandite da una serie di finte nicchie con sculture in bronzo dorato, tra le quali si riconoscono alcune Muse, Mercurio con il consueto copricapo alato e il caduceo, Diana con arco e cane e Minerva, protettrice delle scienze e delle arti, con scudo ed elmo.
Sala da ballo o Sala degli stucchi
La Sala da Ballo è detta anche Sala degli stucchi per la straordinaria esuberanza decorativa che sembra annullare la consolidata percezione degli interni mediante l’uso di elementi non strutturali quali i putti a rilievo a fattura seicentesca.
Alle pareti sono presenti alcuni dipinti tra i quali anche il “Naufragio con la liberazione di uno schiavo” realizzato nel 1620 dal pittore veneziano Carlo Saraceni, di ritorno da Roma. A Venezia Saraceni era ospite del procuratore Pietro Contarini, a cui probabilmente spetta la commissione di questo dipinto, terminato dal collaboratore del maestro, Jean Le Clerc.
Negli ovali alle pareti compaiono Apollo e alcune figure allegoriche reggenti diversi strumenti musicali mentre al centro del soffitto trova posto un affresco con “La Virtù che scaccia il Vizio”; ai lati ancora raffigurazioni allegoriche: la Guerra, con Marte e Venere, la Giustizia con spada e bilancia, la Pace, rappresentata da una figura femminile recante una cornucopia e un ramo d’ulivo e la Nobiltà, nella forma di un’altra figura femminile con le corone in mano. Gli affreschi, nonostante le successive ridipinture, sono attribuibili a Gerolamo Pellegrini, per le affinità rilevate con le figure della superiore sala degli strumenti musicali, e vanno quindi datati, come questi ultimi, intorno al 1684.
Sala dell’Altalena
La Sala dell’Altalena prende il nome dall’affresco sul soffitto ritraente una “Giovinetta sulla Fune” e realizzato verso il 1900 da Pietro Pajetta. L’affresco ritrae una giovane ragazza che si dondola su di un’altalena. La sua veste bianca svolazzante si staglia sullo sfondo azzurro del soffitto, solcato da leggere nuvole rosate.
L’affresco, rimasto occultato per un periodo imprecisato di tempo, è stato ritrovato in occasione, probabilmente, dei lavori di sistemazione della biblioteca avvenuti nel 1930.
La stessa sala ospita la scultura in marmo “Venere su di un delfino che toglie il dardo a Cupido” dello scultore tedesco Ludwig Schwanthaler (1802-1848).
Cantine dei Tedeschi
Alle spalle della galleria delle conchiglie si trovano le cantine dei tedeschi ovvero i locali adibiti a punto di ristoro delle truppe germaniche in servizio durante la seconda guerra mondiale. Le pareti sono decorate da pitture eseguite dagli stessi militari.
Sala a T o degli Specchi
La Sala T o degli Specchi è la sala in stile rococò di Villa Contarini con il suo arredamento risalente al 1905. Esso si intona alla pregevole decorazione a stucco che accorpa riferimenti settecenteschi a istanze di gusto floreale, opera di Ferruccio Sanavio.
Sala espositiva
La Sala Espositiva, situata al primo piano, è disponibile per la realizzazione di mostre d’arte.
Per informazioni a riguardo potete contattare direttamente Villa Contarini tramite il form di contatto.